Articolo e foto di Marco Savino
Produrre vino in maniera biodinamica sarebbe facile, se solo si avesse voglia di farlo. Ne sono convinti Federico Martinelli dell’Azienda Agricola Nicobio, Saverio Petrilli della Tenuta di Valgiano, Giuseppe Ferrua di Fabbrica di San Martino e Gabriele da Prato del Podere Concori. Quattro maestri nella produzione di agricoltura e in particolare di vino biodinamico, che per San Giovanni (24 giugno, ndr) giorno in cui, secondo la tradizione, la luce fa ‘risorgere’ le vigne, hanno dato vita a Lucca, alla fattoria Sardi Giustiniani, a Monte San Quirico, a una interessante conferenza legata proprio a questo tipo di produzione vitivinicola, cui è seguita una degustazione a tutto tondo di etichette e gustosi manicaretti cucinati da importanti e rinomati ristoratori del territorio.
Nel corso dell’incontro, sono stati molti gli spunti di riflessione, come quando si è parlato della catena alimentare che prevede oltre a vino, e agricoltura (ortaggi, etc) una intera produzione fatta di cereali, carne e frutta, che sia biodinamica. Un metodo basato sugli insegnamenti del filosofo austriaco Rudolf Steiner che evita l’uso di pesticidi, diserbanti e molecole chimiche di ogni tipo, a favore di preparati che stimolano dinamicamente la fertilità della terra. Tutto questo viene fatto insieme ad altre pratiche come l’osservazione, la comprensione, la responsabilità e la partecipazione, in cui l’uomo, figura centrale del processo agricolo, è parte della natura stessa come elemento di un grande organismo vivente regolato da preziosi equilibri. L’obiettivo è quello non di curare ma di costruire salute, favorire la vitalità dei suoli e aiutare la terra a esprimersi, custodendola in armonia con i suoi ritmi vitali.
Dopo l’incontro con i produttori, sono stati aperti i tavoli degustazione dove oltre alle prestigiose etichette presenti, tutte rigorosamente prodotte con metodo biodinamico, si è potuto degustare salumi e altre prelibatezze della Macelleria Masoni di Viareggio, di Maestà della Formica, dell’Azienda Casearia Marovelli, Croco e Smilace e dei ristoratori lucchesi tra i quali l’Antica Locanda dell’Angelo, l’Antica Locanda di Sesto, i Diavoletti, Giglio, Imbuto, Osteria del manzo, la Locanda di Mezzo, Locanda Vigna Ilaria, Mecenate, Osteria dello Stellario, Pec, Punto, Ristorante Serendepico, Vecchio Mulino.