Avete mai assistito alla svinatura, ovvero all’estrazione del vino dai tini di fermentazione del mosto per separarlo dalle parti solide come vinacce e schiume?
E’ una pratica enologica in cui a seconda della durata della fermentazione, il liquido ottenuto può essere ancora ricco di zucchero o completamente vinificato. In sostanza, è il primo travaso che il cantiniere esegue quando il processo di trasformazione da mosto a vino è concluso secondo i requisiti voluti. In genere una pompa enologica aspira il vino dal tino per travasarlo in un altro contenitore.
Ecco se mai avete assistito a questa procedura, vi consigliamo di farlo, perché è una pratica davvero suggestiva. E, senza ombra di dubbio, gustosa.
La Fattoria dei Barbi di Stefano Cinelli Colombini nelle giornate del 15 e 16 ottobre ha organizzato una due giorni aperta anche ai non addetti ai lavori con visita in cantina, degustazioni di Brunello di Montalcino della casa vinicola e piatti gourmet.
La visita cantina dove si respira la storia e la tradizione, ma anche l’innovazione, l’esperienza e la passione che hanno permesso alla Fattoria dei Barbi di affermarsi nel mondo del vino.
Nella storica cantina si trovano grandi botti, ma anche un percorso fotografico che illustra la storia della famiglia vitivinicola. La sala più suggestiva da vedere è senza ombra di dubbio il caveau dei vini storici, i più antichi dei quali risalgono al 1870. Un luogo dal valore inestimabile che lascia a bocca aperta per la suggestione che suscita. Vi sono custoditi all’interno vini che hanno attraversato due secoli di storia, e superato due guerre mondiali grazie a nascondigli ricavati nel bosco come raccontato dalla signora Francesca Colombini.
La due giorni ha dato anche la possibilità di partecipare a una degustazione verticale di Brunello di Montalcino Docg Vigna del Fiore delle annate 2005, 2006, 2007, 2008, 2011. Tutti vini eccellenti frutto dell’appassionato lavoro di Stefano Cinelli Colombini che di ogni annata conosce perfettamente temperature, clima, date esatte della vendemmia e tutto quello che ha reso quell’annata speciale.
Il Brunello di Montalcino Vigna del Fiore fu selezionato 35 anni orsono per festeggiare i 50 anni di Francesca Colombini Cinelli e i positivi commenti della stampa internazionale convinsero la titolare a commercializzare questa selezione.
Vigna del Fiore è situata a sud di Montalcino in un luogo dove la vigna è coltivata dal 1500 e conta 5,7 ettari di terreno sassoso. L’esposizione e la composizione del suolo conferiscono al vino un carattere unico caratterizzato da eleganza e finezza nei profumi e complessità dei sapori.
Terminata visita e degustazione in cantina, il momento conviviale vede un menu studiato e realizzato – con protagonista il Brunello – dalla bravissima Lucia Megalli, chef della Taverna dei Barbi, con prodotti interamente nati e cresciuti in fattoria.
Salame di Brunello, pecorino stagionato con gelatina di Brunello, pecorini con confetture artigianali di gelatina al Brunello, pere e zenzero, frutta, peperone e peperoncino, il tutto abbinato a Brusco dei Barbi Igt Toscana 2015. Passata di ceci con tagliolini e pappardelle alla lepre abbinati a Rosso di Montalcino Fattoria dei Barbi Doc 2014. Capriolo stufato con mele caramellate, galletto in umido con sedani rifatti abbinati a Brunello di Montalcino Fattoria dei Barbi Docg Riserva 2004. Dessert a base di castagnaccio e crostata con marmellata al mosto di Brunello abbinati a vin santo Fattoria dei Barbi Doc 2010.
Il viaggio nella Fattoria dei Barbi è una esperienza unica per gli amanti del vino, della tradizione, del buon cibo e dei ricordi, grazie agli aneddoti di Stefano Cinelli Colombini e della signora Francesca Cinelli Colombini, 85 anni portati con disinvoltura, e tanto entusiasmo nel condividere aneddoti di famiglia in un viaggio nel tempo e negli avvenimenti del secolo scorso. L’abbandono delle campagne, la ricostruzione nel dopoguerra nonostante le mille difficoltà, e soprattutto la rinascita e l’innovazione che fa ripartire l’economia di uno straordinario territorio che ha cambiato la storia del vino italiano.
Il momento della svinatura è il più emozionante. Maurizio il cantiniere di famiglia con sapienza e maestrìa avvia la pompa idraulica che esegue la svinatura. E’ anche il momento di un assaggio in anteprima di quello che tra qualche anno diventerà il Brunello 2016. Un sapore già piacevole, fruttato e floreale, che naturalmente non è ancora vino, ma presenta già tutta la potenzialità che svilupperà negli anni il Brunello della Fattoria dei Barbi.
Non manca infine la visita al Museo del Brunello, con pezzi storici per lavorare la terra, la storia dei produttori del Brunello e tanti ricordi legati al mondo del vino fortemente voluto da Stefano Cinelli Colombini.
Un po’ di storia della famiglia Colombini
I Colombini sono un’antica famiglia senese, che ha ricoperto cariche di governo a Siena dall’anno mille e cento. Il nome Colombini ha una origine particolare, si narra infatti che l’antenato più remoto fosse un mercante, tal Tignoso che viveva in un Castello appena fuori Siena, il cui figlio, Mino, era detto Colombino e i suoi familiari Colombini; da cui il nome della famiglia. Nel 1200 la famiglia fu accolta nella nobiltà senese ed ebbe diritto allo stemma, fregiandosi di quattro colombe d’oro in campo azzurro divise da una croce d’oro. Nei successivi secoli la famiglia ha passato alterni periodi, uno dei quali con perdita di tutti i possedimenti per tal Giovanni Colombini che, preso da furore mistico, aveva deciso di liberarsi di tutti i beni terreni. Nei sei secoli successivi i discendenti riuscirono piano piano a fare di nuovo fortuna. Fu un altro Giovanni Colombini, nato nel 1906, vero e proprio pioniere della viticoltura a livello mondiale a dare vita alla prima enoteca pubblica italiana, realizzata nel 1938 nella fortezza di Montalcino che restaurò come Podestà. Sua è negli anni ’30 la prima vendita per corrispondenza del vino toscano, sue le prime esportazioni di Brunello in tutti i più importanti mercati del mondo e sua l’idea che ha cambiato la storia del vino italiano: negli anni ’60 realizzò alla Fattoria dei Barbi la prima azienda italiana che produceva e vendeva migliaia di bottiglie di vino italiano di qualità a prezzi altissimi, trasformando un prodotto per poche decine di eletti in un fenomeno di massa.
L’apertura al pubblico della Cantina dei Barbi negli anni ’50 è uno degli atti di nascita del turismo del vino. Dopo la morte di Giovanni Colombini nel 1976, la fattoria dei Barbi è stata guidata dalla figlia Francesca e poi dal nipote Stefano, che a loro volta hanno sviluppato ed esteso le proprietà di famiglia creando quello che è oggi.
La Fattoria dei Barbi ha terreni a Montalcino e a Scansano per un totale di 306 ettari. I primi documenti di vendita di vino all’estero in Francia risalgono al 1817. La casa vinicola è stata pioniera anche per quanto concerne la vendita per corrispondenza, la prima risale al 1936, le prime esportazioni di Brunello in America, Giappone, Europa nel 1962. Il primo Super Tuscan, il Brusco dei Barbi nel 1969, la prima grappa di Brunello, di monovitigno nel 1974.
Attualmente la produzione è di circa 600mila bottiglie di cui più di 200mila di Brunello. Sono 66 gli ettari di vigna con una densità media di circa 5mila piante che producono poco meno di 1,5 kg di uva per vite, e da ogni pianta si ricava poco più di una bottiglia di vino. I suoli sono galestrosi con argille a Montalcino, sabbiosi con ciottoli e sassi a Scansano.
Società Agricola Fattoria dei Barbi
Località Pordernovi, 170 | 53024 Montalcino (SI)
43.0306 lat 11.5116 lon
Fotografie di Marco Savino
Fotografie di Marco Savino