Cinquecento anni dopo Prato si riappropria di uno dei fatti storici più cruenti della propria storia e ne fa arte.
Si tratta di un film, forse di un documentario romanzato, forse di un esperimento teatrale trasposto al cinema, sicuramente di un momento culturale innovativo e importante per Prato.
E infatti per questo “docu-fiction” si sono attivati l’Associazione culturale Alifer e il Corso di Laurea in Progettazione e Gestione di Eventi e Imprese dell’Arte e dello Spettacolo di Firenze.
Il regista Marco Rocchi, assieme alla protagonista Stefania Stefanin e all’intero cast di attori hanno dato vita alla ricostruzione degli eventi che portarono il 29 settembre 1512 al saccheggio di Prato da parte degli spagnoli: è un racconto della storia ufficiale, degli intrighi di palazzo, ma anche della sorte dei pratesi, più o meno famosi e di come la loro vita fu stravolta e spazzata via.
Un dramma in piena regola, che viaggia in parallelo con la ferita che la protagonista, una pratese dei nostri giorni, cerca di ricucire con la “sua” Prato, amata-odiata, e forse poco conosciuta. In un poema ottocentesco ritrovato a Londra per caso, è descritta la “Ballata del Sacco di Prato”, e nel portare avanti il progetto di trasposizione di questa pagina di storia cittadina, Stefania, insegnante di teatro riannoda il filo che la lega alla sua città natale e riesce a dare un significato alla sua “pratesità”.
Cinquecento anni dopo, la crisi economica e industriale che ha stravolto Prato può essere considerato un nuovo “sacco di Prato”, e tornare alla propria storia per ricucire la ferita come fecero i pratesi del 1512, è il messaggio di questo esperimento culturale. E Prato sembra aver risposto, e assieme a lei anche chi da fuori la guarda con simpatia e affetto se si considera che questo film è anche il risultato di un esperimento di crowdfunding: un finanziamento collettivo per chi ha creduto in questa operazione e ha potuto investire finanziandolo con l’acquisto di una quota.
Il 16 aprile scorso, al Cinema Odeon di Firenze, La Ballata del Sacco di Prato è stato proiettato in prima Nazionale, con la promozioe della Presidenza del Consiglio della Regione e dell’Asessorato Regionale alla Cultura in collaborazione con Fondazione Sistema Toscana – Quelli della Compagnia.
Simonetta Doni