In una bottiglia di Monteverro confluiscono un insieme di elementi perfettamente integrati tra loro: “terroir, persone, gli strumenti messi a disposizione … qui tutto funziona alla perfezione e i vini, anno dopo anno, hanno trovato il loro equilibrio e la loro personalità. Un autentico successo che si deve al rigore dei proprietari”. È Michel Rolland a dirlo, enologo supervisore dell’azienda (e naturalmente uno dei più influenti winemakers a livello mondiale), che fin dagli inizi ha collaborato al progetto toscano di Georg Weber.
Un progetto preciso quanto ambizioso che ha visto anno dopo anno, sotto il profilo produttivo, la vigna prendere confidenza con la sua terra, consentendole di produrre grappoli ricchi da cui nasce un vino complesso, intenso, caldo, avvolgente. Sono risultati sorprendenti se si considera che tutto ha avuto inizio poco più di dieci anni fa quando Georg Weber ha trasformato un podere pressoché abbandonato in un giardino di vigne. E sono solo cinque anni che il frutto di quelle vigne è diventato un nome di riferimento nel mondo del vino a livello internazionale.
Fondamentale è stato sicuramente l’impegno della proprietà ma anche una vendemmia come la 2012 ha dato il suo determinante contributo. Dice Matthieu Taunay, enologo di Monteverro che ha seguito sin dal 2008 vigna e cantina: “Quando ho assaggiato per la prima volta Monteverro 2012 ho avuto la certezza che in soli cinque anni l’azienda aveva fatto passi da gigante. Questo vino è uno splendido regalo per tutti noi e i nostri amici consumatori potranno apprezzarne opulenza e precisione e quell’intensità di profumi e di sapori che sembra rispecchiare il sole, la bellezza, il riflesso del mare di questa Toscana del sud”.