Una delle mete da non perdere quando si visita la città di Firenze è, senza dubbio, il Museo degli Innocenti, con il suo importante loggiato del Brunelleschi che si staglia su di un lato della Piazza della Santissima Annunziata. Da quasi sei secoli l’Istituto degli Innocenti è storico ospedale per i bimbi abbandonati della città; progettato e realizzato dal Brunelleschi, rappresenta oggi un magnifico esempio di architettura rinascimentale.
Il recente restauro realizzato per l’Istituto degli Innocenti ha dato nuovo splendore alla facciata e al loggiato quattrocentesco, con un nuovo ingresso, caffè con terrazza panoramica all’ultimo piano, spazi espositivi ampliati e rinnovati, tecnologia multimediale negli allestimenti andando, così, a valorizzare l’intera piazza. Il lavoro di restauro ha interessato circa cinquanta opere, tra le quali, 8 dei 10 Putti di Andrea della Robbia che, grazie al restauro effettuato dall’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, hanno trovato nuova ricollocazione nella facciata, mentre i Putti 6 e 7 si trovano attualmente esposti in una delle sale, all’interno del Museo. Il Museo degli Innocenti, oltre a rappresentare un complesso monumentale di grande valore architettonico, si distingue per l’offerta culturale incentrata sulla storia dell’infanzia e, in particolare sull’accoglienza. Il nuovo Museo si sviluppa per 1456 mq di percorso espositivo su 3 livelli, 1655 mq sono dedicati ad eventi temporanei e attività educative. Il piano seminterrato racconta, con il supporto di pannelli multimediali, touch screen foto e video, la nascita, l’evoluzione, la storia e lo sviluppo dell’Istituto; proseguendo nel percorso si entra in contatto con le memorie dei piccoli ospiti accolti, in un archivio fatto di nomi, storie, piccoli oggetti appartenuti ai nocentini, di grande impatto emotivo. Dai grandi cortili del piano terra si accede al secondo piano dove, proprio sopra il portico di facciata, si apre la Galleria con la pinacoteca che ospita, tra le altre, opere di Botticelli, Ghirlandaio, della Robbia. Da non mancare l’affaccio sui tetti e i monumenti della città, attraverso le logge della terrazza, in origine ad uso di stenditoio, del Caffè letterario del Verone.