Incontrare i produttori del Bursôn, vino romagnolo tra i più interessanti, seduti ad una tavola, gustando un menù toscano accompagnato da una selezione di vini appartenenti al Consorzio “Il Bagno Cavallo” è certamente la maniera migliore per conoscere un vino e la sua storia.
Il Consorzio, che si estende tra Lugo, Alfonsine, Faenza e Ravenna, è stato creato nel 1997 ed ha svolto un lungo percorso per la valorizzazione dei prodotti locali e del vino realizzato attraverso un preciso disciplinare.
Parlare di vino con chi lo produce è l’occasione di conoscere le storie personali attraverso le quali, con percorsi diversi, si è avvicinato a questa attività. Talvolta iniziata con un approccio amatoriale, per divenire successivamente un’attività professionale.
Sempre e comunque svolta con grande passione.
Il consorzio con i suoi diciassette produttori offre una proposta di vini bianchi, rossi e passsiti abbastanza articolata.
L’origine del Bursôn è in una vite selvatica che cresceva sopra una quercia, nei pressi della quale Antonio Longanesi, soprannominato Bursôn, trascorreva le giornate di caccia in un capanno.
L’uva di questa vite, oltre che dolce, rimane sana fino ad ottobre, ghiotto cibo per storni e merli.
Il lavoro, la ricerca, le sperimentazioni hanno consentito di portare sulle tavole italiane , ma anche di paesi lontani quali USA, Giappone, Cina e Corea un vino di 14 gradi, invecchiato nelle botti di legno per quattro anni. Un vino possente, dal grande aroma.
Bottiglie contraddistinte dal marchio del consorzio, con etichette su sfondo nero, ma diversificate nei particolari a seconda dei diciassette produttori, i quali danno un proprio contributo personale che rende i vini simili ma con varie identità.
I produttori della “Tenuta Uccellina” definiscono questo vitigno “una forza della natura” con una vendemmia tardiva e con una passita che arriva al 100%.
Ma il rispetto del disciplinare non esclude alcune sperimentazioni destinate ad affinare la produzione e i cui risultati sono medaglie d’oro ai vari concorsi internazionali.
Tra le varie proposte del Consorzio vi sono anche i passiti della “Tenuta Lovatella” di Paola Benazzi, le cui etichette sono realizzate dall’artista faentino Cesare Reggiani. Un connubio tra prodotti della terra e arte.
Il passito denominato “Lume a Marzo” è l’occasione di preservare anche una memoria storica; infatti questo era il nome dei fuochi accesi nelle campagne per bruciare le potature.
Produttori, partiti da un frutto selvatico, che consentono di far conoscere, in tutto il mondo, un prodotto della terra di Romagna.
Per maggiori informazioni: www.consorzioilbagnacavallo.it
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Maurizio Gori