A Prato il futuro passa dalla creatività
Il progetto “Ambasciate della cultura” affronta e cerca di porre in relazione due temi apparentemente distinti: l’arte e la cultura da una parte; il governo e l’innovazione dall’altra.
Attraverso la programmazione, la progettazione e la comunicazione della cultura e dei processi creativi, Prato si pone al centro di una rete di scambi culturali (analogamente a quanto già fatto in passato in campo commeriale ai tempi del Datini, e più recentemente in campo industriale tessile).
Si tratta di identificare in prima istanza le realtà già operanti sul territorio pratese, con rapporti verso l’estero, in modo da realizzare una rete che promuova iniziative di sempre maggiore respiro e soprattutto con natura continuativa, in modo da consolidare il flusso di persone che da fuori arrivano a Prato e ne ripartono, favorendo altresì l’interscambio.
Si parla di sviluppare questo flusso per consentire la nascita di realtà nuove di studio e di lavoro in modo che la cultura generi uno sviluppo e un rinnovamento anche e sopratutto in ambito sociale ed economico.
Un’idea culturale, per l’appunto, da sviluppare con criteri di gestione d’impresa. L’ambizione è quella di avvicinare l’imprenditoria privata e pubblica alla cultura e alla comunicazione. Questo può accadere se entrambi gli attori affrontano la questione secondo l’ottica della responsabilità sociale nei confronti del luogo in cui operano: città, territorio o paesaggio che sia. Il privato e il pubblico, assieme, possono dedicare risorse economiche e il pubblico garantire l’infrastruttura necessaria affinché tutto possa realizzarsi e funzionare.
L’obiettivo della proposta è la realizzazione di nuovi poli di attrazione culturale in edifici esistenti ma anche in edifici di nuova realizzazione, ripensati come spazi ibridi e flessibili con un elevato contenuto tecnologico.
Il progetto quindi troverà posizione fisica all’interno degli edifici dismessi dall’industria tessile prossimi al centro storico, e in altre aree della città e proporrà un nuovo tipo di sviluppo che intrecci edifici industriali tradizionali, nuove architetture con attività e tecnologie contemporanee.
Il risultato di queste combinazioni darà origine a un nuovo tipo di spazio della creatività.
Infine la sovrapposizione della rete informatica alla superficie fisica e stratificata della città, restituirà alla città stessa il suo centro antico, riparato nelle sue parti danneggiate o semplicemente poco usate e rimesso in moto attraverso una catena di operazioni accurate di ripristino e innesti di nuove realizzazioni a elevato contenuto tecnologico con un equilibrato rapporto.
Ad oggi sono state interpellate per un riscontro ed una disponibilità di massima a diventare “ambasciate pratesi della cultura” La Monash University di Melbourne e Fonderia Cultart.
Società coop sociale ONLUS, realtà che operano con risultati positivi già da tempo e che hanno introdotto a Prato nuovi modelli di sviluppo della cultura: programmi di artist in residence, raccolta fondi attraverso il progetto “Terzo Valore” di Banca Prossima per il restuaro di una edificio ex religioso nel centro storico, tanto per citarne alcuni.
Obiettivo primario di questa inizitiva è che l’amministrazione pubblica, per mezzo dei suoi uffici e/o con uffici appositi, possa: assumere il ruolo di sviluppatore di questa rete culturale, promuovendo programmi e manifestazioni periodiche che concorrano allo sviluppo di sempre nuove iniziative da parte dei singoli enti aderenti, pubblici e privati; agevolare la realizzazione delle infrastrutture necessarie ad accoglierle e ad implementare la rete delle ambasciate della cultura; promuovere e monitorare il modello di sviluppo al fine di replicarlo in Italia in distretti che abbiano problematiche analoghe.
Simonetta Doni