Novantacinque minuti di brio. "Un Fantastico via vai" il nuovo film di Leonardo Pieraccioni scorre bene e si fa guardare.
Novantacinque minuti di brio. “Un Fantastico via vai” il nuovo film di Leonardo Pieraccioni scorre bene e si fa guardare. Una pellicola che si farà apprezzare nel periodo natalizio da giovani e adulti, con una parabola che inneggia al coraggio, ad osare, soprattutto quando si è giovani, e a credere nei propri sogni e alle proprie aspirazioni.
Pieraccioni, come in tutti i suoi film, riunisce i suoi amici attori, Massimo Ceccherini e Giorgio Panariello, ma anche Marco Marzocca e Maurizio Battista, l’affascinante Serena Autieri nel ruolo di sua moglie, chiama per due cammei Alessandro Benvenuti ed Enzo Iacchetti, e lancia cinque giovani attori, alcuni dei quali con già esperienze importanti alle spalle: Marianna Di Martino, seconda a Miss Italia nel 2008, Chiara Mastalli, Giuseppe Maggio, David Sef e Alice Bellagamba.
Il protagonista è Arnaldo Nardi, un 45enne fiorentino che vive ad Arezzo e che, nonostante abbia una vita realizzata, una bella moglie, e due figlie intelligentissime sulla soglia dell’adolescenza, sente la crisi di mezz’età arrivare. Anzi, più che crisi, sente crescersi dentro la voglia di rivivere la spensieratezza della gioventù. Così, un fraintendimento con la moglie diventa occasione per andare via di casa e tornare indietro nel tempo. Affitta una stanza dove abitano quattro studenti universitari e inizia a vivere insieme a loro le loro vite e vicende personali. Da questo momento è un susseguirsi di situazioni simpatiche e sempre nuove che mai fanno annoiare lo spettatore. Dalla ragazza siciliana incinta che fugge dai genitori per non dire loro la verità, allo studente di medicina che non sopporta la vista del sangue, dal ragazzo di colore innamorato della figlia di un imprenditore razzista, alla bella e talentuosa che si innamora di 14enni e over 40.
Alla fine, Arnaldo-Pieraccioni aiuterà tutti e quattro i ragazzi a trovare le loro strade e a risolvere i piccoli e grandi problemi che la vita pone loro davanti. Anche il protagonista nel frattempo ritroverà se stesso e la voglia di stare con la propria famiglia, stavolta senza più rimpianti. Una parabola a lieto fine, forse fin troppo, che sarebbe stata ancora più vera se i quattro giovani attori fossero stati meno fascinosi e perfetti, così che anche i ragazzi “normali” si sarebbero realmente potuti ritrovare in queste comuni storie della vita.
Intervistato subito dopo la prima proiettata a Firenze presso la multisala “The Space” di via di Novoli, Leonardo Pieraccioni spiega come è nata l’idea del film e il significato che esprime. “Credo che sia nata dopo i tanti incontri che ho fatto nelle università per parlare del mio lavoro. Mi piaceva l’idea di raccontare quell’età piena di emozioni, ma anche di delusioni. Mi piace il loro ottimismo, la loro energia. Però non tornerei mai indietro nella maniera più assoluta, troppi tormenti, troppe emozioni. Questo è un film sul coraggio, dove alla fine i personaggi hanno tutti una risoluzione. Mi piace che la gente dopo aver visto il film stia bene dieci giorni, come capita a me quando vedo una bella storia al cinema”.
Nelle sale di tutta Italia dal 12 dicembre.
Stefania Guernieri